“Lo Stato, non è intollerante: non professa in modo perentorio e assoluto una religione sua. Ma ammette invece e adotta la filosofia, nella sua libere vita di critica e ricostruzione perenne, e la religione assume come grado e primo momento indispensabile di questo lavoro interiore della ragione. Lo stato così concepito è lo Stato più libero e più liberale che si possa concepire. Non ha, si badi bene, in quanto Stato, ragione di prescielgliere una piuttosto che un'altra forma di religione. Lo Stato non rinunzia alla sua funzione educativa, per cerderla alla Chiesa; anzi fa della Chiesa organo suo, risolvendola in sé” G. Gentile, Educazione e …, op.cit., pp.137-138. Rispetto a ciò, i cattolici non condividevano la posizione idealista che considerava la religione in senso strumentale e storicistico, come momento della formazione, ma ritenevano positivo che l’impostazione laica, distintiva del precedente periodo risorgimentale e liberale, fosse comunque stata rimossa .